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In questo numero:

Il flirt tra finanza ed economia circolare di Antonio Cianciullo
La sostenibilità vale di più di Matteo Cavallito
Capitali in circolo di Antonella Ilaria Totaro
Così ti riciclo il pannolino di Rudi Bressa
I disastri ambientali vanno in prima serata di Roberto Giovannini
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Capitali in circolo
Intervista a Jamie Butterworth
di Antonella Ilaria Totaro

In questo articolo parliamo di:

Materia Rinnovabile
Rivista internazionale sulla bioeconomia e l'economia circolare

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L’ex amministratore delegato della Ellen MacArthur Foundation, oggi è tra i fondatori e partner di Circularity Capital, società di private equity specializzata in economia circolare, creata per rendere evidenti agli investitori le opportunità derivanti dalle aziende impegnate nell’economia circolare e per supportare l’innovazione e la crescita delle pmi nel settore. Assieme a Jamie Butterworth sono partner di Circularity Capital Ian Nolan, David Mowat e Andrew Shannon, tutti con un background nel campo della finanza, del private equity e degli investimenti. Con i modelli di produzione e consumo lineare messi sempre più in discussione, Circularity Capital cerca aziende che, applicando i modelli circolari, possono avere sul mercato prestazioni migliori dei competitors lineari. Fondata nel 2015, Circularity Capital mira a investimenti di 1-5 milioni di sterline in pmi europee redditizie e in rapida crescita. Gli investitori di Circularity Capital comprendono istituzioni finanziarie, società, family offices e impact investors. Dopo la first close di marzo 2017, a ottobre 2017 Circularity Capital ha guidato un round di investimenti di 7,4 milioni di dollari in Winnow Solutions, azienda con sede centrale a Londra e uffici a Dubai, Shangai e Singapore, operante in 29 Paesi, che ha sviluppato una tecnologia per eliminare i rifiuti alimentari nei servizi di catering commerciali. La soluzione di Winnow è stata utilizzata, tra gli altri, da IKEA e Accor Hotels. L’investimento di Circularity Capital servirà a Winnow Solutions a scalare a livello internazionale.

Come è nata l’idea di Circularity Capital?
“Sono stato parte del team che ha fondato l’Ellen MacArthur Foundation nel 2010. Ci interessammo molto a come l’economia circolare può agire come quadro di riferimento per un’economia rigenerativa e alternativa ai modelli di produzione e consumo lineari oggi dominanti. Una delle prime cose che abbiamo fatto fu produrre con McKinsey un’analisi per capire come l’economia circolare creasse valore finanziario. Volevamo determinare se il modello economico circolare potesse far guadagnare allo stesso modo, se non di più, del modello lineare di creazione di valore. Abbiamo preso in esame un sottoinsieme dell’economia europea, e pubblicato un report (Toward the Circular Economy) che abbiamo presentato al World Economic Forum (WEF) nel 2011. I risultati del report dimostravano dove e come i modelli di economia circolare potessero essere migliori delle loro controparti lineari. Questo lavoro ha suscitato un interesse notevole da parte di alcune delle aziende presenti al WEF. Come risultato di ciò abbiamo creato il Circular Economy 100 (CE 100), il programma di innovazione globale della Ellen MacArthur Foundation che riunisce aziende, città, organizzazioni, istituzioni accademiche per aiutare i membri e le organizzazioni a sviluppare nuove opportunità e a realizzare più velocemente le proprie ambizioni circolari. 
Durante i quattro anni seguenti, entrammo in contatto con un numero crescente di aziende operanti nell’economia circolare. Si trattava non solo di un numero crescente di compagnie globali, ma anche di una miriade di pmi e partner fornitori – spesso i primi a innovare i nuovi modelli di business e a catturare le opportunità commerciali di questa transizione. Divenne sempre più evidente che queste aziende non avevano accesso al capitale, al supporto specializzato e al network necessari per sbloccare il proprio intero potenziale. Questo è stato l’inizio di un viaggio durato tre anni per sviluppare Circularity Capital. 
L’obiettivo era quello di creare società di private equity specializzata che avrebbe dimostrato come l’economia circolare potesse produrre ritorni di mercato interessanti parallelamente ad un misurabile non-finanziario impatto positivo.Nel 2015 ho lasciato come amministratore delegato della Ellen MacArthur Foundation per concentrarmi full time nello sviluppo di Circularity Capital. Era davvero evidente che avevamo bisogno di combinare due competenze centrali – l’esperienza e la conoscenza del settore dell’economia circolare con l’esperienza nella gestione degli investimenti. Così è iniziato un processo di costruzione del team di Circularity Capital – che comprende Ian Nolan (ex Chief Investment Officer del 3i Group e della Green Investment Bank), David Mowat (parte del team fondatore di Caird Capital) e Andrew Shannon (prima investitore venture capital al Foresight Group). Questo è stato per me un periodo affascinante, ho presto capito che avevo molto da imparare. Avevo una visione macro-economica abbastanza top-down dell’economia circolare, mentre Andrew, David e Ian come investitori erano in grado di vedere la stessa sfida con una visione buttom-up dal punto di vista delle aziende. Unendo questi due ambiti di competenze, abbiamo studiato l’ecosistema europeo delle pmi per capire quali fossero le aziende esistenti, quali richieste di capitali avessero, come e in quale settore operassero e come producessero valore. Questo lavoro ci ha permesso di capire a fondo il mercato e come avremmo infine iniziato a investire i capitali e a costruire un portfolio di aziende circolari.” 

Investire in aziende circolari non è molto facile. Tuttavia siete riusciti a creare un’azienda d’investimento. Quali sono state le sfide nella creazione di Circularity Capital?
“La prima scommessa era quella di formare il giusto team di investitori specialisti del settore che capissero veramente questa parte di mercato, identificassero le opportunità più appropriate e supportassero le aziende in cui si è investito a sviluppare il loro intero potenziale. La seconda era raccogliere i capitali da un gruppo di investitori che condividono i nostri stessi valori. Tutto ciò si ricollega al fatto che per accelerare davvero l’economia circolare, il capitale deve circolare – per esempio, affinché il capitale fluisca verso le aziende circolari, gli investitori devono essere convinti che il rischio sia adeguato ai ritorni finanziari.” 

Quanto è difficile parlare di economia circolare agli investitori e convincerli del ritorno finanziario?
“Cerchiamo di utilizzare una terminologia che gli investitori capiscono. Poi scendiamo nel dettaglio con alcuni esempi. Molto raramente troviamo un investitore che abbia difficoltà a capire come l’economia circolare crea valore. È davvero affascinante vedere la velocità con cui gli investitori si abituano al concetto e iniziano a parlare dei modelli, delle sfide dell’economia circolare e di come sia difficile finanziare, per esempio, il modello di product as a service. Gli investitori sono bravi nel guardare a modelli di business alternativi e a finanziarli, una volta che hanno fatto proprio il concetto.”

... continua a leggere su Materia Rinnovabile n. 19, dicembre-gennaio 2018