Nel 2019, l’emergenza climatica ha finalmente acquistato spazio nel dibattito pubblico: i sempre più frequenti fenomeni di uragani, le temperature massime mai registrate, i devastanti incendi e le piogge torrenziali, hanno confermato i dati allarmanti diffusi da scienziati e climatologi. Eppure, afferma Dion nella premessa al suo ultimo libro Piccolo manuale di resistenza contemporanea, “noi ecologisti non riusciamo a trasmettere il nostro messaggio”, e ben poche persone sono disposte a cambiare il proprio stile di vita per evitare la catastrofe, mentre la situazione peggiora con sconcertante rapidità.
Dieci anni di militanza, hanno insegnato a Dion che neanche i piccoli gesti quotidiani, da soli, sono sufficienti. Fare la doccia invece che il bagno non risolverà la crisi idrica: il 92% dell’acqua mondiale è infatti utilizzata dall’agricoltura e dall’industria. Differenziare e compostare, non risolleverà le sorti dell’ambiente, tenendo conto che i rifiuti domestici costituiscono solo il 3% della produzione totale di rifiuti negli Stati Uniti e l’8,3% in Europa. Come reagire allora, per contrastare il pericolo imminente, simile a quello di una guerra mondiale?
Nel libro esplora le migliori strategie di resistenza, individuale e collettiva, per vincere prima di tutto una battaglia culturale, evitando la catastrofe. “Tutto nasce dai racconti”, afferma Dion, ispirato da saggisti come Nancy Huston e Yuval Noah Harari, e da una tradizione filosofica che arriva da molto più lontano. L’uomo è l’unica specie che concepisce la sua esistenza sulla Terra come una traiettoria dotata di senso, ha bisogno di inventare storie per dare un ordine alla realtà. Le storie, insomma, sono il carburante più potente per l’essere umano e hanno una funzione cognitiva fondamentale, fanno leva sulla sfera emotiva, che è quella che ci spinge a mobilitarci. In passato ci hanno convinto che saremmo stati felici producendo e consumando all’infinito. Attraverso libri, film, documentari e musica ci siamo innamorati del modello di Hollywood e degli Stati Uniti. Questo racconto influenza ancora la nostra visione della realtà, non lo vediamo più ma ci circonda, come l’acqua in cui nuotano i pesci, e come l’aria che respiriamo.
Per Cyril Dion, è arrivato il momento di cambiare la nostra narrazione. Come? Contaminando positivamente le menti con una visione appetibile di futuro ecologico, che superi la dicotomia della crescita-decrescita, un modello socio-economico ispirato alle leggi della natura. Per cambiare il mondo abbiamo bisogno di sognare, di immaginare quali mezzi useremmo per spostarci, cosa mangeremmo, in quali edifici abiteremmo, come condurremmo la nostra vita comune, condividendo il pianeta con gli altri esseri viventi.