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In questo numero:

Buone staycations a tutti di Marco Moro
Fare bene la raccolta dell’organico conviene, a noi e al pianeta di Diego Tavazzi
Contro caldo e zanzare di Paola Fraschini
Vivere secondo l’impronta di Arianna Campanile
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Buone staycations a tutti
di Marco Moro


Mi preparo alla staycation, mi scrive un’agente letteraria dalla California. Spesso, quando si tratta di tradurre dei titoli di volumi dall’inglese, in redazione ci rompiamo la testa e ci lamentiamo di quanto sappia essere sintetica ed efficace la lingua inglese rispetto all’italiano. Un concetto che noi esprimeremmo in una frase per loro si “asciuga” in una sola parola. E però staycation, bisogna dirlo, è una delle proposte più ineleganti. Suona davvero male, una goffa parola prontamente adottata dai media, anche nostrani. Quello che racconta è però una delle più evidenti mutazioni apportate dalla pandemia: il tracollo del turismo per come abbiamo imparato a conoscerlo e praticarlo negli ultimi decenni. Staycation, resto a casa, e se proprio ho voglia di muovermi lo faccio nei dintorni, puntate rapide che non mi costringano a eccessive e prolungate prossimità indesiderate. Alla sera, se possibile, sono di nuovo a casa. Quanti di noi sperimenteranno questo nuovo trend quest’anno? E lo faremo solo perché spinti dalle paure connesse alla pandemia o perché il lockdown e tutto ciò che ha portato con sé ci ha fatto riflettere sul fatto che, forse, anche quella dell’iperturismo non è altro che un’ennesima bolla, culturale ed economica?
Alle prospettive di un turismo diverso è dedicato il nuovo numero della nostra rivista Materia Rinnovabile. Luoghi, strategie, progetti e problemi per uno dei più potenti driver di crescita, tanto del Pil globale quanto delle emissioni climalteranti e di altri indesiderati effetti. Come la stessa perdita di ciò che, viaggiando, cerchiamo. Ne parlava già Fred Hirsch in I limiti sociali allo sviluppo ben prima che Ryanair iniziasse a proporci improbabili lotterie in volo. Ma il tema è stato ripreso brillantemente anche da Jørgen Randers nel nostro monumentale 2052.

Intanto, ridurre i nostri spostamenti – brevi o lunghi, quotidiani o occasionali – ha prodotto una riduzione della nostra impronta ecologica, come testimoniano i dati del Earth Overshoot Day per quest’anno. Impronta ecologica, un termine ormai familiare, ma che è anch’esso in continua evoluzione, tant’è che del volume di Mathis Wackernagel abbiamo appena pubblicato una edizione interamente rinnovata e aggiornata. Abbiamo perso il conto di quante edizioni ha avuto questo libro, comparso per la prima volta nel nostro catalogo nel lontano 1997 o 98. Ne è passato di tempo, ma anche questo concetto è destinato a non perdere di attualità grazie alla sua capacità di visualizzare con semplicità gli effetti di fenomeni complessi. Certo è che questi mesi hanno visto manifestarsi anche fenomeni che nemmeno l’Impronta avrebbe saputo registrare, come una nuova “disinvoltura” degli animali nel riaffacciarsi in spazi dove non ci saremmo aspettati di ritrovarli. E non si tratta solo di spazi. Chi ha vissuto il lockdown in un contesto non urbano avrà potuto notare come siano mutati perfino gli orari in cui animali altrimenti elusivi escono “allo scoperto”. Al di fuori da ogni tentazione romantica, quanti significati possiamo leggere in tutto questo? Che riflessioni può suscitare questo riavvicinarsi di quello che vediamo come “la natura” (come se non ne facessimo parte) a noi e a quelli che riteniamo i “nostri” ambienti? Da parte nostra, vogliamo riportare questa riflessione al centro dell’attenzione e stiamo preparando parecchie novità per il prossimo autunno. Quindi, continuate a seguirci! Anche  nei nostri interventi su Radio24 (Darwin – L’evoluzione della scienza) e nei nostri video e live streaming su facebook.

Per ora buona staycation per chi la praticherà. Per chi invece si sposterà per la solita vacanza, pensando anche al vantaggio di poter approfittare di una minore pressione turistica in generale, che dire? Siate felici nella vostra bolla. Voi siete la bolla.