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Copenaghen, flop di fine anno di Marco Moro
Gli incentivi alle energie rinnovabili. Intervista doppia a Gianni Silvestrini e Anna Bruno Ventre
di Maria Antonietta Giffoni e Filippo Franchetto
Manovre energetiche di Alessandro Geremei
Antimafia sociale a rischio di Antonio Pergolizzi

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Gli incentivi alle energie rinnovabili
Intervista doppia a Gianni Silvestrini e Anna Bruno Ventre
di Maria Antonietta Giffoni e Filippo Franchetto

31 dicembre 2010: è questo il termine fissato dalla scorsa legge finanziaria per la detrazione Irpef del 55% sulle spese per la riqualificazione energetica degli edifici. E nella Finanziaria 2010 non c'è traccia di una proroga che prolunghi la validità di questo incentivo. Un discorso simile vale per il Conto energia, che finanzia l'installazione di impianti solari fotovoltaici. Da giorni, infatti, circola una bozza del Ministero dello Sviluppo economico relativa al nuovo decreto, che prevederebbe una riduzione delle tariffe incentivanti dell'8-10% e un tetto massimo, piuttosto deludente, di 1.500 MW. In questo clima di insicurezza, gli operatori del settore chiedono maggiori certezze al governo, mentre i semplici cittadini annaspano nel buio più completo. Abbiamo perciò provato a fare il punto della situazione con Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e responsabile della rivista QualEnergia, e con Anna Bruno Ventre, direttore responsabile di Nextville.it e curatrice del volume Gli incentivi alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica.

Tutti gli operatori del settore delle rinnovabili e dell’efficienza attendono con impazienza di conoscere il futuro delle detrazioni 55% e del Conto energia per il fotovoltaico, dopo il 2010. Secondo lei, quali scenari si vanno delineando?
Gianni Silvestrini: Il meccanismo del 55% ha funzionato molto bene con un numero di interventi che dovrebbe aver superato il mezzo milione, sulla traccia delle detrazioni del 36% per le ristrutturazioni nell’edilizia che reggono ormai da più di dieci anni e che hanno portato a quasi quattro milioni di interventi. 
Si è quindi creato un largo consenso presso l’opinione pubblica e un interesse diffuso tra gli operatori del settore, tutti elementi che dovrebbero rappresentare una garanzia per la prosecuzione del programma. A questo aggiungiamo che il raggiungimento al 2020 dell’obiettivo di riduzione del 13% delle emissioni climalteranti nei settori non sottoposti alla direttiva sull’Emissions Trading rispetto ai livelli del 2005 implica uno sforzo particolare nei settori dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Considerando poi la possibilità che l’obiettivo venga innalzato a seguito della Conferenza delle Parti di Copenaghen è ovvio che il governo si ponga il problema di coordinare gli strumenti che possano garantire un risultato ambizioso. Va in questo senso il Piano straordinario sull’efficienza energetica in via di definizione presso il Ministero dello Sviluppo economico. Tutto bene dunque sul futuro delle detrazioni del 55%? Non è detto, perché chi decide in questi casi è il Ministero dell’Economia per il quale prevalgono le esigenze di bilancio. Ad oggi, è garantita solo la copertura fino al 2010, data prevista dalla Finanziaria 2008 e mai riaggiornata (diversamente dalle detrazioni 36%, già prorogate al 2011). Sembra sempre più evidente che lo strumento sul quale basare le politiche dell’efficienza energetica sia quello dei certificati bianchi, che potrebbero essere resi più efficaci ed estesi nel tempo. Un vantaggio decisivo viene dal fatto che le risorse necessarie per questa forma di incentivo vengono prese dalla bolletta elettrica e non sono quindi soggette alle incertezze delle leggi finanziarie.
Per quanto riguarda il nuovo Conto energia del fotovoltaico penso che non ci saranno drastici cambiamenti dopo il 2010.  Ci sarà una giusta riduzione dell’incentivo che terrà conto del calo dei prezzi degli impianti ma non prevedo tagli che possano mettere in discussione una forte crescita del mercato nei prossimi anni, dell’ordine dei 1.000 MW all’anno.

C’è grande incertezza anche sul futuro dei certificati verdi, la cui impostazione dal 2012 subirà una “rivoluzione copernicana” che però non è stata ancora chiarita.
G. S.: I certificati verdi – per come sono configurati ora – sono molto lontani dallo spirito di strumento di mercato con cui vennero lanciati per ottenere un incremento della produzione da fonti rinnovabili con il minor costo possibile. In realtà il meccanismo si è inceppato fin quasi dall’inizio per una serie di ragioni che hanno dato luogo a un cronico eccesso di offerta, ed è quindi allo studio una modifica del funzionamento dei certificati verdi, che dovrebbe riequilibrare il mercato spostando il punto di imposizione dai produttori ai venditori di energia.  
Ma in generale, se l’obiettivo è il rapido incremento delle rinnovabili, il meccanismo delle tariffe incentivanti ha dimostrato di essere molto più efficace in molti paesi europei, e anche in Italia con il Conto energia per il fotovoltaico. Non a caso un meccanismo simile al Conto energia è stato esteso, attraverso Tariffe onnicomprensive differenziate per fonte, anche ad altre tecnologie per impianti di piccola taglia. Penso che alla luce degli obbiettivi al 2020 andrà fatta una semplificazione degli approcci fin qui seguiti. L’auspicio è che si segua il modello tedesco delle tariffe anche per i grandi impianti.  Un settore per il quale dovranno essere definite regole nuove è infine quello del comparto verde “termico” dal quale, ricordiamolo, ci si aspetta un contributo decisivo nel raggiungimento degli obbiettivi al 2020.

I testi de Gli incentivi alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica sono stati tratti da alcune sezioni del sito Nextville.it: come è nata la scelta di “tradurre” in formato cartaceo contenuti sviluppati per il web? E quali difficoltà avete incontrato?
Anna Bruno Ventre: Prima di tutto: la costruzione del sito Nextville è stata particolarmente impegnativa proprio perché si trattava di presentare contenuti difficili (da quelli tecnici, a quelli normativi, a quelli procedurali, a quelli di contesto economico) che mal si adattano alle forme semplici della comunicazione via web. La sfida era proprio quella di inventare un sito “editoriale” che rendesse piena giustizia ai contenuti, ma che contemporaneamente li rendesse digeribili nella forma di presentazione e agili nei rimandi tra le diverse parti del sito. Ci siamo riusciti (se ci siamo riusciti) mettendo a punto un “linguaggio particolare” che caratterizza tutti i testi della redazione Nextville: estremamente sobrio, estremamente semplice, ma senza scorciatoie. La parola d’ordine è “se non capisci davvero una cosa, non scriverla, non copiarla da altri, non riproporla nell’ambiguità”.
Questo per dire che poi, nel trasformare alcuni contenuti del sito in un volume, tale lavoro ce lo siamo trovati fatto: i singoli brani di testo erano già costruiti per essere capiti al meglio.
È stato invece necessario rifare completamente la struttura della comunicazione, perché un sito si consulta in modo totalmente diverso da un volume. Anzi, l’idea di una guida agli incentivi (che sono solo una piccola sezione del sito) ci è venuta proprio perché ci interessava presentare la stessa materia organizzata in un modo differente, decisamente più lineare nella struttura in parti e capitoli, in modo da consentire la completezza e l’autosufficienza di ogni argomento.
Le due forme di comunicazione si completano a vicenda, non si fanno concorrenza.   

Vista la materia di non facile fruizione, qual è il target di lettori a cui si rivolge il libro?
A. B. V.: Prima di tutto quello degli operatori del settore energia, che spesso sono specializzati in una piccola area e sanno poco delle aree adiacenti, mentre hanno sempre maggiore bisogno di avere una panoramica più ampia. Chi si occupa di micro-eolico, ad esempio, può aver sempre sottovalutato gli incentivi che riguardano l’efficienza energetica, e viceversa naturalmente.
E ovviamente fanno parte del nostro target tutti coloro che studiano per prepararsi a entrare nel nuovo mondo dei green jobs (sono tanti e aumenteranno, questo è certo). La preparazione base è molto vasta ed è davvero necessario fornire loro strumenti di consultazione veloce e sintetica.
E poi ci sono i “cittadini attenti”, che possono trarre grandi benefici da un incentivo sia quando ristrutturano una casa, sia perché vogliono entrare nel mondo dei piccoli produttori di energia: e a questo punto la distinzione tra operatori del settore e semplici cittadini si fa veramente labile.

Data l’incertezza normativa tipicamente italiana, nonché la ben nota tendenza a mettere continuamente e confusamente le mani su una materia delicata come l’energia, non ci si può non chiedere quale sarà la “data di scadenza” del volume. Prevedete l’uscita di edizioni aggiornate, per tenere il passo con l’evoluzione della normativa? 
A. B. V.: Il valore aggiunto di questo volume è che nasce collateralmente al sito Nextville, che aggiorna le modifiche normative in tempo reale. Per essere sicuri che non siano intervenuti cambiamenti su un certo tema, bastano un paio di clic, una stampata della pagina con le modifiche... e il volume si aggiorna da sé.
Ovviamente il libro dovrà comunque avere riedizioni aggiornate, via via che lo scenario muterà in modo significativo.
Se si riuscisse ad avere anche una vaga idea di come il nostro paese decide di affrontare la sua sfida energetica, sarebbe abbastanza facile prevedere una data di riedizione. Ma tutto il settore è avvolto nell’incertezza, non resta che attendere.