Sono passati quattro anni da quando, nel 2009, è stata pubblicata la prima edizione del volume
Fotovoltaico negli edifici.
La seconda edizione, interamente rivista e aggiornata, esce in un contesto del tutto mutato. Per dare un’idea dell’evoluzione nazionale del settore, basti pensare che la produzione da fotovoltaico è passata da 0,7 TWh nel 2009 a 18,3 TWh nel 2012, con una crescita del 2.600% in soli quattro anni. Oggi la potenza istallata in supera i 17 GW, distribuiti tra oltre 490.000 impianti, con una potenza media per impianto di circa 35 kW. Si tratta di un risultato che supera ampiamente qualsiasi previsione, anche la più ottimistica.
Senza dubbio, l’arrivo del
Quinto Conto energia nel 2012 ha rallentato questo trend di crescita, senza però affossare del tutto il mercato interno. Infatti, il crollo del prezzo dei moduli fotovoltaici (-70% negli ultimi due anni) ci consente di poter valutare i benefici economici di un impianto fotovoltaico anche al di fuori della logica finora predominante dell’incentivo in Conto energia. Chi oggi sceglie di installare un impianto fotovoltaico su tetto, tarato sull’autoconsumo e in regime di scambio sul posto, usufruendo magari anche delle detrazioni fiscali del 50% (ex 36%), senza quindi il beneficio della tariffa incentivante, si muove all’interno di uno scenario che può già essere definito di
grid parity: uno scenario, cioè, in cui il costo del kWh autoprodotto è comparabile con quello del kWh acquistato dalla rete.
Insomma, dopo anni dominati soprattutto dalle grandi installazioni a terra, con tutti i fenomeni anche speculativi che conosciamo, ora il mercato nazionale sembra essersi orientato verso l’integrazione del fotovoltaico negli edifici, tema a cui è dedicato il manuale di Edizioni Ambiente. Già il decreto legislativo 28/2011 ha introdotto l’obbligo di installare impianti a fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione; e l’imminente recepimento nazionale della direttiva 2010/31/Ue sugli “edifici a consumo quasi zero” non farà che consolidare questa tendenza, che vede gli edifici come il fulcro della produzione decentrata di energia elettrica. Si tratta a ben vedere di un passaggio epocale, in cui l’edilizia abitativa ribalta il proprio ruolo, da consumatore “passivo” di energia a produttore “attivo” di energia pulita, nell’ottica della generazione distribuita e delle smart grids.