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Quasi zero di Marco Moro
Con l'acqua alla gola di Diego Tavazzi
Un muro nero per stare al fresco di Emiliano Angelelli
Un mare di illegalità di Antonio Pergolizzi

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Quasi zero
di Marco Moro


“A energia quasi zero” è la curiosa formula con cui l’Unione europea definisce il futuro dell’edilizia. Un futuro prossimo, visto è il 2020 la scadenza entro cui tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno rispondere a questo requisito. E per gli edifici pubblici la scadenza è ancora più ravvicinata: 2018.
Cosa possa rappresentare la nuova direttiva per il settore più impattante in termini di emissioni nocive è un tema di grande interesse, ma il motivo per cui ho citato il concetto “quasi rivoluzionario” di “energia quasi zero” è che richiama i contenuti di un libro che oggi, in un quadro di mutati indirizzi politici e culturali, acquisisce un valore ancora maggiore di quando venne pubblicato. Si tratta di Autonomia energetica di Hermann Scheer, dove quello che è considerato il padre della politica energetica a favore delle rinnovabili in Germania tracciava uno scenario che si sta rivelando concretamente possibile. Per Scheer l’autonomia energetica si raggiunge orientando il sistema verso la generazione distribuita, puntiforme, basata sullo sfruttamento delle rinnovabili (un concetto rappresentato visivamente nel modo più chiaro dalla mappa della produzione di energia in Danimarca, inserita in La corsa della green economy di Silvestrini e Cianciullo). Nella visione di Scheer, ogni singolo edificio può trasformarsi in un punto di generazione, diventando autosufficiente quando non produttore netto di energia. A energia zero, quindi, o addirittura a energia positiva.
A testimoniare l’attualità di queste ipotesi (il testo originale uscì nell’edizione tedesca nel 1999, in Italia nel 2006) contribuisce la recente uscita del film “Die 4. Revolution: Energy Autonomy”, ispirato ai contenuti del libro e presentato qualche settimana fa al festival Cinemambiente di Torino, dove in giuria c’era la “nostra” Alice Audouin (e anche da Emilie, ecologista in carriera verrà tratto un film, attualmente in corso di lavorazione in Francia).
Del resto, che una casa editrice specializzata sulle tematiche ambientali diffonda idee “durevoli” è implicito, tant’è che tra i titoli del nostro catalogo si trovano numerosi long-seller, come Capitalismo naturale, Fattore 4 e Impronta ecologica ecc. E a proposito di “Impronta”, va segnalata la presenza di Mathis Wackernagel in Italia, a Milano, il prossimo 29 giugno.
Sempre restando nell’ambito degli “effetti collaterali” della nostra attività editoriale, siamo particolarmente orgogliosi di citare il progetto “Impronte” al Parco Nazionale del Circeo, il Giardino delle idee al quartiere Zen di Palermo e il Giardino del lavoratore a Bari. Tre iniziative inserite nel programma Salvaitalia di Legambiente, alla cui realizzazione hanno contribuito anche i proventi della collana VerdeNero, noir di ecomafia.