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Ladri di immagini. Intervista a Luca Scarlini di Emiliano Angelelli
Niente più chimica. Le superfici si puliscono da sole di Emiliano Angelelli

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Ladri di immagini.
Intervista a Luca Scarlini
di Emiliano Angelelli


I furti d’arte non sono mai stati una priorità di denuncia in Italia, un assurdo storico nel paese che può essere definito senza timore di smentita il più grande museo a cielo aperto del mondo. Per fortuna di archeomafia si parla in Ecomafia 2010 e ora anche in Ladri di immagini, il nuovo VerdeNero Inchieste firmato da Luca Scarlini in libreria dall’8 settembre scorso. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Come è spiegabile che l’archeomafia sia così trascurata in un paese come l’Italia?
A tutti gli effetti è inspiegabile, rientra senz’altro nella scarsa considerazione della cultura come risorsa che è atteggiamento tipico della classe politica italiana dai tempi del Fascismo, con molte celebrazioni ed eventi con i potenti di turno schierati e l’arte intesa quasi come una decorazione del fasto politico, ma assai meno impegno sul fronte della conservazione e promozione.

Quali sono stati gli effetti del modello “liberista” tipo Guggenheim sul patrimonio artistico mondiale?
In primo luogo la mobilitazione di molte opere che musei in crisi prestano senza tutele, al presente, in prospettiva lo spostamento di vaste collezioni in una chiave da leasing delle stesse, che ovviamente ha non pochi rischi.

In Italia si è parlato a più riprese addirittura di "archeocondono" e si è cercato di colpire le risorse artistiche e monumentali nazionali con scellerate liberalizzazioni...
Il pericolo è sempre latente, resta nella memoria l’orrifica idea di Tremonti della Patrimonio spa, che avrebbe dovuto vendere i doppi e le opere meno interessanti (chissà poi sulla base di quale giudizio) per fare cassa, il pericolo è tutt’altro che cessato.

Qual è il ruolo della Chiesa nella dilapidazione del patrimonio artistico e monumentale del nostro paese?
Controverso, a dir poco, la Chiesa vuole restauro e tutela a carico dello Stato ma non gli dà le opere in gestione, spesso ha avallato operazioni di restauro discutibili e sovente religiosi sono coinvolti in operazioni di smercio clandestino di opere, con valigie diplomatiche compiacenti a nascondere le opere in fuga dall’Italia.

Diversi sono gli episodi di furti d’arte eclatanti che tu citi in Ladri di immagini. E non sempre si tratta di storie a lieto fine. Ce ne puoi raccontare uno in particolare?
Il più clamoroso evento resta quello del furto, legato alla mafia, della magnifica Natività con San Lorenzo di Caravaggio a Palermo nel 1969, evento a cui si sono collegati infiniti eventi della storia mafiosa e su cui sono state scritte moltissime storie.

In altri casi, invece, grazie anche all’intervento di coloro ai quali dedichi il capitolo "L’eroe", le opere d’arte hanno ritrovato la via di casa...
Certo, in specie in relazione al lavoro, capillare e analitico, del Nucleo Tutela Patrimonio dei Carabinieri, la prima forza nel mondo a occuparsi dagli anni 70 specificamente del tema.

Il libro si conclude con un capitolo dedicato al furto de "L’urlo" di Munch, avvenuto a Oslo nel 1994. A dimostrazione che fatti del genere non sono una peculiarità solo italiana.
No di certo, le opere d’arte sono spesso sotto attacco e furti clamorosi sono avvenuti e avvengono nei musei di tutto il mondo.