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L'energia del Mediterraneo di Marco Moro
I grandi progetti per le rinnovabili nel Mediterraneo. Intervista a Roberto Vigotti di Paola Fraschini
Rifiuti speciali. Intervista a Paola Ficco di Lavinia Basso
Molte soluzioni per una triplice crisi. Intervista a Danilo Bonato di Diego Tavazzi
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Rifiuti speciali
Intervista a Paola Ficco*
di Lavinia Basso

In questo articolo
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Produttori, come gestire i rifiuti speciali inaugura la collana di manuali normativi di FreeBook Ambiente, la biblioteca online che mette a disposizione degli operatori, del tutto gratuitamente, numerosi volumi e materiali sulle tematiche ambientali, elaborati da – o per conto di – enti, istituzioni e aziende. In particolare, il volume a firma di Paola Ficco e Claudio Rispoli è stato appositamente realizzato per FreeBook grazie al contributo del Gruppo Waste Italia.
Caratteristica principale dei FreeBook Ambiente dedicati alla normativa è la presenza di link puntuali alle disposizioni citate nel testo, tutte costantemente aggiornate e contenute nell’Osservatorio di normativa ambientale, il prestigioso servizio online a cura della Redazione normativa di Edizioni Ambiente.

Il Freebook Produttori, come gestire i rifiuti speciali. Vademecum per le imprese ha raggiunto un record di download, diventando in pochi giorni il volume più richiesto e letto dell’intera area FreeBook di Edizioni Ambiente. A cosa si deve secondo voi questo successo eclatante?
Potremmo dire che, attraverso questo lavoro, è stata raggiunta la “quadratura del cerchio”, realizzata con l’accesso gratuito e immediato a un prodotto snello ma di altissima qualità dei contenuti, oltreché pregevole sotto il profilo grafico, dove si trovano risposte fondate ed esaurienti, esposte con semplicità, e una serie di argomenti che negli anni hanno costituito i punti di maggior attrito interpretativo, prima, e gestionale, poi. Un mix oggi ancora introvabile. Crediamo sia questa la formula che sta decretando il successo dilagante di un’iniziativa destinata a cambiare radicalmente il mondo dell’editoria classica e l’accesso alla informazione di qualità.
Essere i pionieri, con Edizioni Ambiente, di un esperimento di questo genere ci rende ovviamente orgogliosi. Una primogenitura di contenuti e di forma che cercheremo di replicare, con altre imprese o associazioni, attente (come Waste Italia che ha reso possibile tutto questo) a una pubblicità libera da proclami e cartelloni privi di contenuto, legandola a un servizio vero.

Le novità normative in tema di rifiuti sono state molteplici e rilevanti anche quest’anno; pensiamo alle modifiche in tema di responsabilità amministrativa delle imprese a seguito dei reati ambientali e al “tormentone” sul Sistri. Cosa devono fare le aziende per operare con la massima serietà e al tempo stesso in totale serenità?
Informarsi e formarsi senza stancarsi mai di voler continuare a capire. La totale serenità, purtroppo, non attiene a queste materie; tuttavia, comprendere in modo esatto chi si è e dove ci si pone in termini di obblighi e di responsabilità è un grande passo avanti verso la “tranquillizzazione operativa”. È questo uno dei grandi vantaggi di questo paziente e snello lavoro: far capire il metodo. Quando si comprende questo, la declinazione del merito (cioè dei contenuti specifici) diventa solo mero esercizio applicativo quotidiano che si apprende con la ripetitività della condotta. Pensiamo ad esempio al formulario: esiste da oltre 13 anni (e continuerà a esistere). Nonostante questo, sono pochissimi coloro i quali ne hanno capito natura e funzione sostanziali. Per questo, moltissimi continuano a sbagliare e a pagare le pesanti sanzioni che gli sottendono; continuano a chiedersi cosa scrivere e a fare pasticci di ogni sorta.
Non solo, anche se si ammantano di patine “ecologiche” (più o meno esperte) non hanno ancora capito che sbagliare un formulario significa danneggiare ambiente ed economia perché si agevola il compimento di un illecito.

Infine, una domanda un po’ bizzarra: rivolgendoci a voi quali esperti conoscitori delle tematiche giuridiche e operative che riguardano la gestione dei rifiuti in Italia, cosa chiedereste al neo Ministro dell’Ambiente di risolvere nel 2012?
Uno stop immediato del Sistri in vista di un suo ridimensionamento in termini di attrezzature, di procedure, di soggetti coinvolti e di costi annuali.
Si aggiunge la necessità di imporre alle Province un coordinamento nazionale affinché si dotino di procedure uniformi (autorizzatorie, interpretative e di controllo). Diversamente la gestione dei rifiuti (soprattutto il recupero in procedura semplificata) non riuscirà mai a diventare un sistema economico, capace di futuro, ma solo un ginepraio di regole confuse. Le derive disordinate, dove ognuno vuole essere il primo della classe, non giovano a nessuno, se non ai sistemi malavitosi che prosperano sulla confusione, anche su quella del Sistri (a onta dei suoi fini di controllo micrometrico e che comunque, è bene ricordarlo, non entrano in impianto e che, molto probabilmente, anche su strada, sono fatti a campione).
Le cose da chiedere sarebbero ancora moltissime (si pensi al decreto sull’assimilazione degli speciali agli urbani – ancora effettuata in base alla norma del 1984 – o ai chiarimenti sulle procedure di ammissibilità dei rifiuti in discarica) ma non possiamo dimenticare la necessità di ripubblicazione in Gazzetta del testo ufficiale vigente di tutte le cinque parti del “Codice ambientale” che continua a subire sistematiche modifiche e del quale, non di rado, si smarrisce la traccia. Così, tanto per fare un po’ di ordine; l’entropia (cioè il disordine) è endemico ai sistemi ambientali e così deve essere, ma è terribile se si sposta nei settori amministrativi che pretendono di difendere quell’entropia.
Nell’attesa, il paziente lavoro di Reteambiente.it e della rivista “Rifiuti – Bollettino di informazione normativa” arginano, con dedizione e rigore, anche questa voragine.

*Giurista ambientale, docente universitario in materia di scienze giuridiche dell’ambiente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università la Sapienza di Roma e giornalista.