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In questo numero:

L’inattivismo sul clima? Negazionismo con l’abito elegante di Diego Tavazzi
Linguaggio in transizione di Arianna Campanile
Dagli edifici alle città sostenibili di Paola Fraschini
Immaginare futuri possibili di Arianna Campanile
Speciale Rifiuti Codice ambientale a cura della redazione
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L’edilizia al servizio della neutralità climatica
di Francesco Petrucci

In questo articolo parliamo di:

Materia rinnovabile

Edilizia circolare 

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Il parco immobili dell’Europa è molto eterogeneo, un fatto per molti aspetti positivo, ma è anche obsoleto e cambia molto lentamente. Secondo i dati 2020 della Commissione europea oltre 220 milioni di unità immobiliari (l’85% del totale) sono state costruite prima del 2001, e l’85-95% degli edifici odierni sarà ancora in uso nel 2050. Inoltre, il 75% degli immobili europei ha una prestazione energetica scadente.

 

Non sorprende dunque che tra le azioni politiche e legislative del Green Deal per l’Europa, lanciato dalla Commissione europea a dicembre 2019 per il raggiungimento della neutralità climatica nell’Unione europea, ci fosse anche la spinta alla decarbonizzazione degli immobili. Agli edifici, nel complesso, è imputabile circa il 40% dei consumi totali di energia dell’Ue e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra associate a questi consumi.

Sulla scia del Green Deal per l’Europa, il 14 ottobre 2020 la Commissione aveva lanciato la “renovation wave”, l’ondata di ristrutturazioni che conteneva le azioni per stimolare la ristrutturazione degli edifici a favore della neutralità climatica e della ripresa dell’economia colpita dalla pandemia da Covid-19. Il Piano però soffre della mancanza di finanziamenti dedicati e per questo sarà decisivo il ruolo giocato dalla Banca centrale europea.

 

La cosiddetta “legge sul clima” (regolamento 2021/1119/Ue) impone agli Stati membri di abbattere del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, un impegno ambizioso e difficile.

Anche per questo la Commissione intende rivedere la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (la direttiva 2010/31/Ue, da ultimo aggiornata nel 2018 con la direttiva 2018/844/Ue), rafforzando l’obiettivo di decarbonizzazione degli edifici, in linea con l’ambizione climatica del Green Deal europeo.

L’aggiornamento delle regole sull’efficienza energetica può dare un impulso al settore edile e al suo indotto, come all’economia in generale.

 

Nelle intenzioni della Commissione l’aggiornamento della normativa in materia, con nuovi requisiti di efficienza degli edifici, dovrebbe portare almeno al raddoppio del tasso annuo di ristrutturazione energetica degli edifici residenziali e non residenziali entro il 2030, e stimolare le ristrutturazioni energetiche profonde.

La Commissione prevede anche di approvare la revisione del regolamento sui prodotti da costruzione e di sviluppare, entro il 2023, una tabella di marcia fino al 2050 per la riduzione delle emissioni di carbonio nell’intero ciclo di vita degli edifici.

Entro la fine del 2024 la Commissione europea riesaminerà gli obiettivi di recupero dei materiali per i rifiuti da costruzione e demolizione fissati nelle norme europee. Verranno introdotte misure volte ad aumentare il numero di piattaforme di riutilizzo e di riciclaggio e a sostenere il buon funzionamento del mercato interno delle materie prime seconde.

Intanto, il 19 agosto 2021 la Commissione europea ha lanciato una newsletter dedicata all’indicatore di predisposizione degli edifici all’intelligenza (Smart Readiness Indicator), previsto dalla direttiva 2018/844/Ue, per informare sulle ultime novità in merito e guidare Stati Ue e stakeholder alla implementazione dello strumento. Lo Smart Readiness Indicator è uno schema di valutazione progettato per verificare la capacità degli edifici (o unità immobiliari) di adattare il proprio funzionamento alle esigenze degli occupanti, di ottimizzare l’efficienza energetica e la prestazione complessiva durante l’uso e di adattarsi ai segnali della rete (flessibilità energetica). Si tratta in sostanza di uno strumento che può spingere verso la digitalizzazione e modernizzazione degli edifici.

Oltre all’aggiornamento del quadro normativo, l’Unione europea punta sulla ricerca e innovazione con Horizon Europe, il nuovo programma di finanziamento 2021-2027 che è dedicato anche a progetti di ricerca per un uso efficiente, sostenibile e inclusivo dell’energia in edilizia. 

 

Il Programma europeo Life 2021-2027, invece, nell’ambito del Sottoprogramma “Transizione all’energia pulita” ha lanciato un bando – aperto fino al 12 gennaio 2022 – che, tra le varie azioni, finanzia progetti di lancio su larga scala di soluzioni industrializzate di ristrutturazione profonda.

Merita infine una segnalazione la Strategia “Fit for 55” lanciata dalla Commissione europea il 14 luglio 2021. Si tratta di azioni di politica legislativa per rendere più facile per gli Stati membri raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento delle emissioni di gas serra del 55% al 2030. Tra i vari interventi, la Strategia ha previsto l’aggiornamento della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, con l’obbligo per le Amministrazioni pubbliche di ristrutturare ogni anno il 3% dei propri immobili verso edifici a energia quasi a zero.