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Sos ecomafia di Antonio Pergolizzi
Sos ecomafia
di Antonio Pergolizzi
Quella del 2008 è la quindicesima edizione del Rapporto
Ecomafia,
di prossima pubblicazione, come sempre curato dall’Osservatorio Nazionale
Ambiente e Legalità di
Legambiente. Un’edizione particolarmente
ricca di dati, storie e approfondimenti utili per chiunque abbia a cuore la
tutela dell’ambiente. Anche quest’anno si delinea lo spaccato di
un’Italia sotto assedio della criminalità ambientale, avvelenata
da nord a sud, asfissiata dal cemento e dai rifiuti, rasa al suolo dagli incendi
dolosi, assetata dai furti d’acqua, impoverita nella sua biodiversità e
nei suoi tesori culturali. Uno scenario che rilancia, dunque, con sempre maggiore
urgenza l’azione tempestiva delle istituzioni e della politica. Perché non
si può parlare di effettiva lotta ai cambiamenti globali e di politiche
a difesa dell’ambiente senza affrontare con serietà il fenomeno
ecomafia.
Il Rapporto sarà presentato ufficialmente non appena si insedierà il
nuovo governo e si avranno i nuovi interlocutori istituzionali: ed è a
loro che il Rapporto principalmente si rivolge. Per chiedere innanzitutto
quella “riforma di civiltà” che si concretizza con l’inserimento
dei delitti ambientali nel codice penale, per inasprire le pene, allungare
i termini di prescrizione e dotare le forze dell’ordine e la magistratura
di idonei strumenti investigativi. Senza di ciò, la lotta all’ecomafia è persa
in partenza. Perché è proprio la carente legislazione a tutela
dell’ambiente a spiegare la baldanza dei criminali ambientali, la loro
indomita attività predatoria che non risparmia niente e nessuno.
Ma non basta parlare alle istituzioni senza coinvolgere le comunità locali,
i territori: occorre far crescere la sensibilità dei cittadini contro
chi vuole uccidere i loro luoghi e deturparne per sempre la bellezza. Informare
sull’ecomafia, quindi, per cambiare la percezione collettiva della reale
posta in gioco.
Ed è per tale ragione che quest’anno, subito dopo la presentazione
ufficiale a Roma (nella sede di Legambiente), si è pensato di dar vita
a una piccola campagna “Sos ecomafia” che toccherà tutte
le regioni d’Italia, in una lunga serie di presentazioni e momenti di
incontro pubblici. Un modo per portare il Rapporto per così dire “a
casa sua”, a contatto con la gente, ricondurlo alla sua origine, proprio
dove accadono i fatti di cronaca: dove muore un poco alla volta il nostro paese
e prendono corpo le strategie diaboliche delle gang ecomafiose. I media e le
amministrazioni locali, le associazioni e i cittadini, proprio partendo dalla
presentazione pubblica del Rapporto avranno l’occasione di dibattere
sul tema “criminalità ambientale”, comprenderne la vera
natura, le sue potenzialità distruttive, i rischi concreti per il futuro
della comunità di riferimento. E anche per inchiodare le istituzioni
alle loro responsabilità e chiedere politiche di maggiore tutela.
Sarà anche quella l’occasione per diffondere i numeri di telefono
utili per le segnalazioni, chiedendo una maggiore collaborazione dei cittadini,
e scovare nuove storie di “ordinaria follia ambientale” da sottoporre
all’attenzione delle forze dell’ordine.
L’idea è quindi di dare vita nel mese di giugno a un vero e proprio
tour in giro per l’Italia, mettere il lavoro di Legambiente a servizio
della collettività, incontrare le criticità locali e rilanciare
il tema della tutela ambientale.
In questo modo il Rapporto diventa, ancora di più, uno strumento
di azione politica – e non solo di analisi e denuncia – che parte
dal lavoro dei circoli e della loro quotidiana attività a contatto con
i problemi reali. La data di lancio della campagna è il 6 giugno, data
di celebrazione del premio “Ilaria Alpi” – la cui vicenda
ha sempre trovato posto nei Rapporti – che proprio quest’anno
si inaugura a Riccione all’insegna dell’ambiente e della lotta
ai suoi peggiori nemici: iniziativa a cui siamo stati chiamati a partecipare
da protagonisti, per portare la nostra più che ventennale esperienza
in prima linea.
A convincerci della bontà dell’iniziativa ha contribuito anche
la “lezione” dell’ultima tornata elettorale, che ha miseramente
voltato le spalle all’esperienza del governo Prodi, e soprattutto l’auspicio
espresso dal nostro presidente, Vittorio Cogliati Dezza, di riconquistare un
contatto diretto con le comunità locali, coi circoli, con la gente.
Da lì occorre ripartire, e il Rapporto lo fa per primo.