In questo numero

Anonima Betoniere di Marco Moro
Il paese di Saimir. Intervista a Valerio Varesi di Emiliano Angelelli
L'isola del buon isolamento di Diego Tavazzi
Bollette troppo salate a cura della redazione Nextville
Siamo al rilancio (economico) della veranda? di Ilaria Di Bella

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Anonima Betoniere
di Marco Moro

Vergato da mano anonima, il “Piano Casa” che il governo vorrebbe far passare per decreto ha suscitato reazioni nettamente contrastanti, come è ovvio che avvenga in un paese dove il peso dell’attività edilizia nella costruzione del Pil e nella allocazione del risparmio è enorme.
Tra le tante reazioni suonano particolarmente curiose quelle di chi si affretta, forse per timore di essere confuso con l’esecrata figura dell’"ambientalista del no”, a dire che sì, tutto sommato e a certe condizioni, il Piano potrebbe essere davvero una grande occasione di rilancio per la nostra economia.
È chiaro a tutti che, come sottolinea ad esempio WWF Italia, tali condizioni nel Piano non ci sono. Ci si può ragionevolmente attaccare alla comparsa in un atto di governo del termine “bioedilizia” per sentirsi rassicurati e ottimisti? E cosa si intenderà, dal momento che una definizione ufficiale e condivisa di tale pratica (che è ancor prima un diverso approccio al progetto) non esiste? E l’uso di materiali naturali, ammesso che di questo si tratti, è un’equa contropartita per la possibilità di aumentare del 35% una volumetria?
Ma al di là degli elementi di merito del “Piano”, su cui si concentra la rubrica “Camere con vista” di Ilaria di Bella, o del reale portato dell’idea di costruire sostenibile, tema affrontato da Diego Tavazzi nell’articolo dedicato a un piccolo ma significativo evento di questi giorni (e dove sembra si parli di un’altra Italia), c’è qualcosa che giustifica pienamente ogni sorta di dubbio sugli aspetti qualitativi dell’economia che il provvedimento rimetterebbe in moto. Si tratta di dati e informazioni che si trovano molto difficilmente nelle analisi tecniche, negli scenari di settore, nelle quantificazioni del giro d’affari, ma che saranno ben documentati nel prossimo Rapporto Ecomafia, in uscita a maggio. A motivare il rifiuto dell’ottimismo o del vecchio adagio rispolverato in questi giorni secondo cui “quando va l’edilizia va anche tutto il resto”, non è perĂ² solo il giro del sommerso, dell’abusivo, dell’illegale che in qualche modo viene legalizzato da un atto che rende permanente la pratica del condono. È anche la realtà quotidiana di un settore di punta in termini di morti bianche e di lavoro nero. Il paese di Saimir, il romanzo di Valerio Varesi appena uscito nella collana VerdeNero racconta questa realtà con un’efficacia che è preclusa a cronaca e statistiche.
Mai come in questo caso un po’ di ambientalismo del no, quello che dispiace tanto alla ministra Prestigiacomo (intervista su L’Espresso di oggi, 27 marzo), andrebbe tirato fuori dagli armadi e liberato dalle ragnatele. E non solo per opporsi allo scempio legalizzato del territorio, ma per ribadire e sottolineare cosa significhi in Italia fare un colossale regalo all’edilizia. Per evidenziare quale sistema di interessi si sta favorendo, un sistema in cui si vuole strumentalmente coinvolgere l’italiano medio e il suo presunto desiderio di veranda.