In questo numero

Quest'anno l'ecomafia va al mare. E tu? di Marco Moro
Carte false. Sul caso Ilaria Alpi verità traslucide di Emiliano Angelelli
L'allegro balletto delle "linee guida" nella politica energetica italiana di Anna Bruno
Economia, ambiente e società di Edo Ronchi
Lunga vita ai rifiuti a cura della redazione
Ecomafia balneare di Antonio Pergolizzi

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Quest’anno l’ecomafia va al mare, e tu?
di Marco Moro

Come ci raccontano gli idiotissimi sondaggi con cui la cosiddetta “informazione” ama riempire pagine e notiziari, l’81% (preciso) degli italiani che andranno in vacanza quest’anno sceglierà il mare. In questo periodo, come è consuetudine, la cosiddetta “informazione” è tutta impegnata a sostenere l’importante industria nazionale del turismo, e a spingere i consumi.

Adeguiamoci, e precisiamo che se l’81% andrà al mare almeno un altro 50% andrà in montagna e che comunque anche per le nostre belle campagne sarà festa, con un ulteriore 38% di presenze. I conti non tornano? È un problema? No, evidentemente l’informazione su commissione, fatta di veline, scemenze e di numeri privi di senso, non è un problema. Fa così bene al morale…

Ci fa specie quindi che in questa spensierata atmosfera i primi volumi della collana VerdeNero Inchieste stiano riscuotendo un grande interesse, anche un po’ di quello profondamente assopito dei media. Perché è chiaro che, con questo caldo, stona richiamare l’attenzione sulle criminali “leggerezze” dei vertici delle Forze Armate nella vicenda della contaminazione da uranio impoverito raccontate in L’talia chiamò. Ed è penoso, questo realmente, che per saperne qualcosa si possa solo dare la parola alle vittime. Noioso e per niente nel mood estivo è anche insistere a riproporre, come si fa in Carte false, l’intreccio di interessi, tuttora in essere, che è all’origine dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e che si vuole a tutti i costi continuare a nascondere. In fondo è un episodio del 1994, non può avere un appeal da “giallo dell’estate”.

E Taranto? Perché Carlo Vulpio, in La città delle nuvole, ci ammorba proprio adesso con le sue denunce di un avvelenamento di massa perpetrato con la connivenza delle istituzioni quando magari qualche turista sprovveduto potrebbe anche pensare di passare una bella settimana nella città pugliese?

Dovremmo scusarci per questi nostri autori, così poco balneari. Regaleremo a Vulpio costume, paletta e secchiello, così si potrà distrarre dalla sua ossessione per i fatti e giocare anche lui con la sabbia, materia prima di un noto sport nazionale.

Si può comunque fare un esperimento per dare una speranza a questi giornalisti così ostinati nel voler ancora fare inchieste: portarsi i libri sotto l’ombrellone e fare finta che tutto quello che vi si legge sia fiction. Sono tre noir godibilissimi. Solo… prendono un po’ alla bocca dello stomaco.

Tornando quindi al mare (non si scappa) e alle novità dell’estate 2009, altri numeri ci aiutano a capire che qualcuno ha pensato ai tanti italiani che non vedono l’ora di spiaggiarsi: l’ecomafia, industria sempre attenta ai trend del momento e ai gusti del pubblico. Come racconta Antonio Pergolizzi in ecomafia news, per quest’anno ci aspettano i tanti e tanti metri cubi in più di cemento che l’abusivismo edilizio ha operosamente realizzato lungo le aree costiere, un territorio da “mungere” in tutti i modi possibili, finché ne resta. Spesso con l’aiuto delle amministrazioni locali, naturalmente. E anche di molto di quel “turbocapitalismo” delle bolle produttive e finanziarie di cui parla Edo Ronchi presentando il volume di Francesco La Camera Misurare il valore dell’ambiente. Sviluppo non fa necessariamente rima con crescita si afferma nel libro, che propone una accuratissima analisi di concetti e metodologie su cui fondare un ribaltamento dei criteri con cui misurare la vitalità di un’economia.

E lontane anni luce dall’economia delle bolle speculative sono quelle pratiche, proprie di una “economia popolare” che vengono descritte in un’altra novità, disponibile per ora solo per acquisto via web: La seconda vita delle cose. Il volume, curato dall’associazione Occhio del Riciclone, propone per la prima volta uno studio sulle dinamiche, le modalità operative, i flussi di merci che caratterizzano quelle che vengono definite come filiere del riutilizzo. Dai mercatini dell’usato alle attività di sgombero e recupero di beni dismessi, attività di piccola scala, informali, ma con un potenziale e un senso preciso specie quando si torna a parlare della necessità di una “una crescita economica ben regolata, capace di operare con impatti ambientali compatibili”.

Madoff (ma anche il nostro tanto decantato sistema bancario) e gli “svuotacantine”: tra le molte cose che separano questi due poli dell’economia, tutta ugualmente reale, la dignità sembra essere uno dei fattori chiave.