In questo numero

Cresci maledetta, cresci! di Marco Moro
L'"altra economia" di Tim Jackson di Pavan Sukhdev
Ambiente Italia 2011. Intervista a Edoardo Zanchini di Paola Fraschini
Progettare la sostenibilità: un libro e (finalmente) una mostra a cura della redazione
Edizioni Ambiente e GBC Italia a cura della redazione

contatti

iscriviti

Ambiente Italia 2011
Intervista a Edoardo Zanchini

di Paola Fraschini

In questo articolo
parliamo di:
Ambiente Italia 2011
Il consumo di suolo in Italia

di Istituto Ambiente Italia
a cura di D. Bianchi, E. Zanchini

Il Rapporto annuale di Legambiente e Ambiente Italia si focalizza quest'anno sul fenomeno del consumo di suolo. Le periferie delle nostre città stanno crescendo in modo incontrollato e disordinato, con tante nuove abitazioni che oltretutto rimangono vuote perché la gente non se le può permettere. Per quale motivo continuare a costruire cementificando lembi di terra preziosi? Perché creare città infinite senza soluzione di continuità? Sono scelte dissennate i cui effetti riguardano da vicino la crisi, non solo economica, che sta attraversando il nostro paese (vogliamo ricordare l'alluvione in Veneto di qualche mese fa?). Studiare e leggere questi fenomeni diventa indispensabile per ragionare su come avviare una nuova stagione di riqualificazione urbana ed edilizia, che oggi deve inevitabilmente puntare sull'innovazione energetica e sulla valorizzazione delle qualità dei diversi paesaggi italiani. Parliamone con Edoardo Zanchini, curatore insieme a Duccio Bianchi di Ambiente Italia 2011.

Perché scegliere il consumo di suolo come tema "chiave" del Rapporto 2011?
Perché è un indicatore ambientale fondamentale della qualità dello sviluppo. E, oltre a esprimere un dato significativo circa il cambiamento del territorio e del paesaggio italiano, diventa importante per capire in che direzione sta andando l'edilizia, la risposta abitativa, l'offerta turistica. E i dati degli ultimi decenni non sono, purtroppo, positivi.

Che relazione c'è tra questo indicatore e la crisi economica che sta attraversando il nostro paese?

La crescita del consumo di suolo, del numero di abitazioni costruite negli ultimi 15 anni in Italia, va letta assieme a quella del disagio abitativo delle nostre città, all'incredibile numero di sfratti. Se è vero che l'edilizia ha vissuto un importante boom, è altrettanto vero che gli edifici realizzati sono in larga parte speculazioni edilizie e seconde case lungo le coste. In pratica si è data una risposta che non serviva e, ora che l'edilizia come l'economia sono in recessione, ci troviamo con case vuote e tante persone in sofferenza per il costo degli affitti o del mutuo.

E quale rapporto c'è tra "consumo di suolo" e "cambiamenti climatici"?
È un rapporto sempre più evidente e che dovremo affrontare con attenzione nei prossimi anni. Oggi i mutamenti del clima li misuriamo soprattutto in termini di aumento dei fenomeni climatici estremi, e quindi piogge più forti e picchi di calore. I picchi di calore possono creare problemi enormi in particolar modo nelle città, anche conseguenze sanitarie. Nel 2003 le temperature si sono accentuate in modo spiccato nei quartieri più impermeabilizzati e caratterizzati dall'effetto "isola di calore".

Quali strumenti abbiamo a disposizione per contenere il fenomeno dello sprawl urbano?
Bisogna avere il coraggio di mettere dei limiti all'espansione urbana, con indirizzi nazionali e regole nei piani comunali. Ma in parallelo occorre rendere più semplice intervenire per riqualificare e demolire i quartieri, densificarli. E dare risposta alla domanda di case che c'è nelle città, con una politica di tipo europeo di housing sociale.

Cosa sta succedendo in Italia da questo punto di vista? E nel resto del mondo?
In Italia cresce l'attenzione nei confronti del tema, ma il Ministero dell'Ambiente è completamente assente e da 70 anni si aspetta una nuova legge urbanistica. Alcuni Comuni si stanno però muovendo bene, guardando alle esperienze straniere più interessanti. Molti paesi europei si sono messi limiti al consumo di suolo e obblighi di riutilizzare aree già urbanizzate prima di occuparne di nuove.

Vuoi dire qualcosa del caso della città di L'Aquila?
Purtroppo a L'Aquila si è persa una occasione per provare a intervenire in un modo realmente nuovo rispetto alle normali, e spesso scadenti, pratiche urbanistiche italiane. La scelta delle aree dove costruire i nuovi insediamenti è del tutto casuale, senza alcuna idea di città e socialità. Mentre nel frattempo il centro storico rimane abbandonato e in attesa...