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Ristrutturazioni energetiche di condominio
di Paolo degli Espinosa*
La principale leva di intervento energetico in edilizia è costituita
dagli incentivi contenuti nella legge Finanziaria, che permettono una detrazione
fiscale direttamente dalle imposte pari al 55% delle spese sostenute, equivalente
quindi a un vero e proprio rimborso, sia pure dilazionato nel tempo.
Secondo dati Enea, i diversi articoli della normativa in questione hanno ricevuto
un’accoglienza assai differenziata:
- solo il 3% per gli interventi a pieno edificio (art. 344);
- ben il 37% per pareti, tetto e finestre (art. 345);
- il 27% per le caldaie a condensazione;
- il 18% a favore dei pannelli solari (art. 346);
- i1 5% per le scelte multiple.
Come si vede, è assai forte il distacco tra il ristretto 3% a pieno
edificio e l’ampio 37% attribuito, in pratica, al miglioramento dei serramenti
delle finestre nei singoli appartamenti.
In merito, si prendono ora in esame due aspetti, quello tecnico-energetico
e quello fiscale-proprietario. Sul piano tecnico, la convenienza energetica
va in senso esattamente opposto alla situazione in atto, in quanto l’intervento
a pieno edificio è l’unico che sia adeguato alla realtà tecnico-architettonica
da modificare, perché riesce a ridurre efficacemente il passaggio di
calore attraverso il confine tra l’involucro e l’esterno. Solo
con l’intervento a pieno edifico sono possibili interventi veramente
efficaci, sull’involucro come anche sulla caldaia o altre fonti di calore,
tali da ridurre drasticamente i consumi complessivi a beneficio di tutti gli
occupanti.
Per contro, la proprietà svolge un ruolo dominante nelle decisioni di
fatto, a favore dell’intervento di appartamento, articolo 345, essendo
ciascun appartamento giuridicamente separato dagli altri, con un suo proprietario
che fa la sua domanda e percepisce il rimborso delle sue imposte fiscali.
In sintesi, l’incentivo di legge è stato calibrato su misura del
secondo aspetto considerato, quello giuridico, rappresentato dal proprietario
dell’appartamento, e non a misura dell’edificio, in quanto realtà fisico-architettonica.
E non è stata nemmeno predisposta una norma che incentivi la decisione
aggregata a livello condominiale, a favore dell’intervento a pieno edificio,
creando un ponte tra l’aspetto tecnico e quello fiscale-proprietario.
Essendo difficile mettere d’accordo tutti i condomini di un edificio,
avviene che le ristrutturazioni energetiche dell’intero edificio non
si effettuano, mentre le singole decisioni dei proprietari di appartamenti
risultano più agevoli e numerose.
Su questa strada, però, non c’è futuro strategico. Anche
supponendo, infatti, che in un edificio con 10 appartamenti tutti i proprietari
effettuassero ciascuno per conto proprio le loro singole ristrutturazioni energetiche,
la somma dei 10 risultati sarebbe comunque di gran lunga inferiore, in termini
di risparmio energetico, rispetto al risultato tecnico dell’intervento
a pieno edificio.
Il “pieno edificio”, in definitiva, si conferma indispensabile,
anzi, va detto senza mezzi termini che, con l’andamento attuale, si perde
la maggior parte dell’obbiettivo energetico-ambientale (diminuzione di
CO2 nel settore edilizio) e anche i vantaggi di gestione dei proprietari risultano
ridotti.
Che fare? Bisogna prima di tutto informare gli interessati sulla situazione
tecnica, cioè sul fatto che il confine con l’esterno dell’intero
edificio, costituito dalle pareti, finestre e copertura, è l’elemento
dominante, anche per gli accennati vantaggi finali di gestione dei proprietari.
Tale informazione non basta da sola, sarà necessaria anche la creazione
di una convenienza a favore dell’aggregazione dei condomini, attraverso
un incentivo aggiuntivo ad hoc, che porterà finalmente alla coincidenza
i due livelli oggi distanziati, quello tecnico-architettonico e quello proprietario-decisionale.
Ai fini pratici, per conseguire la diffusione degli interventi a pieno edificio,
sono necessari due elementi di novità, riguardanti rispettivamente l’istituzione
e le imprese.
Il primo è l’intervento dell’istituzione regionale, provinciale
o locale, con:
- una incentivazione specifica aggiuntiva per l’intervento a pieno edificio
(ISSI ha proposto nella Provincia di La Spezia un incentivo aggiuntivo del
30%; anche la Regione Liguria potrebbe provvedere in tale senso, nella revisione
in corso del suo Piano energetico regionale);
- una iniziativa di sensibilizzazione ben mirata, sempre a favore dell’intervento
a pieno edificio;
- una garanzia dei risultati verso i singoli inquilini, che assicuri realmente
i vantaggi della decisione condominiale.
L’aumento di ristrutturazioni a pieno edificio, intese anche come riqualificazione
architettonica e rivalutazione immobiliare del parco edilizio esistente, comporta,
per somma dei singoli edifici, una
ristrutturazione di edifici aggregati – quartieri – e a più vasta
scala una ristrutturazione urbana.
Il secondo elemento di novità riguarda l’indispensabile incremento
della capacità tecnica di impresa, che deve attrezzarsi per compiere
ristrutturazioni di edificio con il massimo di innovazione tecnica e il minimo
di spesa, utilizzando anche nuove tecnologie e ottimizzando il ricorso combinato
a tutta l’ampia gamma degli interventi possibili.
*Direttore dipartimento energia ISSI, Istituto Sviluppo Sostenibile Italia; autore di Italia 2020. Energia e ambiente oltre Kyoto