In questo numero

The next big thing di Marco Moro
Inventori di favole. Intervista a Girolamo De Michele di Emiliano Angelelli
Analisi del ciclo di vita. Intervista a G.L. Baldo di Paola Fraschini
Qualità e territorio di Emanuele Burgin
La tranquilla provincia milanese di Antonio Pergolizzi
Questione di punto di vista a Ilaria Di Bella

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The next big thing
di Marco Moro

Quale sarà “the next big thing”? Il Grande Cambiamento prossimo venturo? A dare anche solo un’occhiata superficiale in libreria, ad esempio, si direbbe che abbiamo a disposizione parecchie pessime alternative. Potrebbe essere la fine del mondo che i Maya avrebbero previsto per il 2012 (ma certamente c’è anche chi la prevede per dopodomani o per ieri), potrebbe essere il crollo dell’Occidente, potrebbe essere la Nuova Era Nucleare, potrebbe essere un  mondo senza di noi. Come ha dichiarato Amory Lovins nella recente conferenza organizzata da Kyoto Club, limitandosi a considerare la sola questione energetica si potrebbe essere indotti a ritenere che le pessime opzioni a disposizione siano solo tre: un irreversibile riscaldamento globale, un nuovo conflitto nucleare, un nuovo conflitto per il petrolio.
Ovviamente Lovins, e non solo lui per fortuna, ritiene che ci siano tutt’altre opzioni a disposizione, ma pur lasciando da parte i voluti paradossi di Lovins e soprattutto gli oscuri presagi dei Maya, non si può dare torto a Emanuele Burgin, co-autore di una delle nostre ultime novità, Qualità e territorio, quando parla più semplicemente di “tempi cupi”. Per chi vuole parlare di qualità, e ancora di più se si tratta di qualità nella gestione delle risorse ambientali e quindi si traspone il concetto entro gli ambiti di azione delle amministrazioni locali, un certo pessimismo non sembra affatto ingiustificato. In questo quadro, Qualità e territorio si inserisce invece per raccontare un’esperienza di eccellenza, quella delle amministrazioni coinvolte nel progetto europeo LIFE-Tandem, coordinato dalla Provincia di Bologna.
Visto che siamo tenaci, non ci siamo limitati a questo aspetto: di qualità ambientale parla anche, infatti, la nuova edizione (con contenuti ampliati e veste editoriale completamente rinnovata) di un volume che nel suo settore è diventato da anni un vero e proprio punto di riferimento: si tratta di Analisi del ciclo di vita LCA di Gian Luca Baldo, Stefano Rossi e Massimo Marino. Se Qualità e territorio mette in rilievo i risultati conseguibili dalle amministrazioni locali che intraprendono il percorso della certificazione ambientale e della registrazione EMAS, Analisi del ciclo di vita descrive e analizza l’ampia strumentazione oggi disponibile per operare sulla qualità ambientale di prodotti, processi e materiali. Due volumi che assieme presentano un campione ampio e molto diversificato di “come si fa” a dare concretezza a scenari diversi da quelli improntati a facile catastrofismo o a una insensata fiducia in un business as usual che perde i pezzi per strada.
“The next big thing” potrebbe quindi essere permeata da un’idea di qualità ambientale applicata diffusamente e praticata nei più diversi settori? Gli strumenti senza dubbio ci sono, le esperienze anche. Per chi volesse conoscere più da vicino i temi trattati nei due libri citati, oltre agli articoli ospitati in questa newsletter c’è anche la possibilità di partecipare a incontri come quelli segnalati in coda a Puntosostenibile: a Vicenza, per esempio, il 9 e 10 ottobre.
Altri segnali positivi? Rimanendo in campo editoriale, il fatto che Architecture écologique, il volume di Dominique Gauzin Müller che pubblicammo in versione italiana nel 2003 (con il titolo Architettura sostenibile) abbia sfondato il tetto delle 20.000 copie vendute nelle sue diverse edizioni, mentre si appresta ad essere tradotto anche in cinese e giapponese, sembra davvero un buon segno.