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Non di solo Obama ... di Marco Moro
Quanto costa il piano B? di Diego Tavazzi
Greenwash: gli inganni verdi delle aziende di Paola Fraschini
Il nuovo scenario della gestione dei rifiuti a cura della redazione
Le nuove energie viaggiano online di Filippo Franchetto
Crotone: l'inchiesta Black Mountains di Antonio Pergolizzi
In attesa di un New Deal verde anche in Italia di Ilaria Di Bella

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Quanto costa il Piano B?
di Diego Tavazzi

Una delle obiezioni ricorrenti, quando si discute della necessità di intervenire per rallentare l'aumento dei gas serra nell'atmosfera, per alleviare la povertà nel mondo o per arrestare la distruzione della biodiversità, è che i costi da affrontare sarebbero eccessivi e frenerebbero la crescita. Lester Brown, nel suo Piano B 3.0, risponde sottolineando che questi risultati potrebbero essere conseguiti dirottando una piccola parte delle spese militari del mondo, e osservando che i costi dell'inazione potrebbero essere di gran lunga superiori a quelli dell'intervento.
Prendiamo il caso della malaria, termine con cui si indica un gruppo di malattie trasmesse dalle zanzare anofele all'uomo. La malaria è un esempio efficace della complessità dei problemi che caratterizzano il nostro mondo globalizzato e, allo stesso tempo, illustra quanto sarebbe facile risolverli. Ogni anno, in Africa, almeno 3 milioni di persone (per la gran parte bambini) muoiono a causa di questa malattia. In una spirale apparentemente inestricabile, alti tassi di mortalità infantile sono connessi a elevati tassi di natalità che, a loro volta, conducono ad aumenti della popolazione. Il paradosso è solo apparente, perché in contesti simili fare molti figli è una sorta di strategia di sopravvivenza. Queste dinamiche sono frequenti nelle regioni con economie di sussistenza, con tassi di produttività di terreni agricoli molto bassi, insufficienti a far fronte a esigenze alimentari accresciute. Gli esiti sono, purtroppo, ricorrenti: più persone con meno cibo disponibile per ciascuno, minore accesso a istruzione e sanità e aggravio della povertà, crescita della massa di giovani che fuggono dalle campagne andando a ingrossare le baraccopoli, e aumento del bacino potenziale di disperati da cui possono attingere organizzazioni terroristiche e signori della guerra.
La sistematica distruzione degli ecosistemi, saccheggiati nell'illusione che i loro servizi possano essere rimpiazzati dall'uomo e che la loro capacità di assorbire rifiuti e inquinanti sia illimitata, e i cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale possono aggravare questi dissesti, che spesso sfociano in scontri armati. I conflitti fanno peggiorare ulteriormente le condizioni economiche, gli investimenti nella sanità e nell'istruzione crollano, la trappola della povertà si chiude.
In Africa, più di trecento milioni di abitazioni sorgono in luoghi in cui è diffusa la malaria. Una zanzariera trattata con insetticida costa appena cinque dollari ed è efficace per almeno cinque anni. Proteggere per cinque anni le case con le zanzariere costerebbe quindi un miliardo e mezzo di dollari, una cifra inferiore al bilancio giornaliero del Pentagono (a cui, nell'anno fiscale 2007, è stato destinato un budget di 572 miliardi di dollari, corrispondenti a 1,6 miliardi di dollari al giorno). E un intervento di controllo della malaria nelle aree dell'Africa subsahariana, comprendente zanzariere, medicine, formazione della popolazione locale e trattamenti delle abitazioni costerebbe circa tre miliardi di dollari, una somma di poco inferiore a due giorni nel bilancio della difesa statunitense.
È evidente che il conto di un intervento di questo tipo non è salato. Ma, come spesso accade, è difficile trovare qualcuno che voglia pagarlo.