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In questo numero:

A colpi di testata di Marco Moro
La pastorizia tra protezione di tradizioni e biodiversità di Arianna Campanile
I materiali del futuro di Paola Fraschini
La transizione, se non è equa non può essere ecologica di Diego Tavazzi
Da rifiuto organico a risorsa per la decarbonizzazione di Arianna Campanile
La miglior amica (circolare) degli ecosistemi di Diego Tavazzi
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La lotta ai cambiamenti climatici parte dai contesti urbani
di Francesco Petrucci

In questo articolo parliamo di:

Materia Rinnovabile

Città circolari 

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Nel 2050, due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle città. Il modello economico lineare take-make-waste (prendo materie prime, produco e consumo, butto via) porta le città a consumare oltre il 75% delle risorse naturali, produrre oltre il 50% dei rifiuti globali ed essere responsabili di circa il 60-80% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra (dati Ellen MacArthur Foundation).

Sono evidenti il ruolo e la responsabilità delle città nella lotta ai cambiamenti climatici. 

La Commissione europea insediatasi nel 2019 ne è consapevole tanto che nel suo programma politico (Green Deal per l’Europa) di dicembre 2019 ha previsto aggiornamenti delle norme sui rifiuti e gli imballaggi (già aggiornate nel 2018 ma bisognose di un restyling ulteriore), una strategia per la ristrutturazione degli edifici europei energeticamente inefficienti, una politica per trasporti sostenibili, e un’attenzione al recupero della biodiversità nei centri urbani. 

Uno scopo, quest’ultimo, meglio esplicitato nella Strategia per la biodiversità approvata il 20 maggio 2020 col titolo “Riportare la natura nella nostra vita”, in cui spiccano le azioni dirette all’inverdimento urbano. I piani per l’inverdimento urbano saranno determinanti nella scelta della Capitale verde europea, un riconoscimento in denaro (e con evidenti ricadute economiche sul turismo) che da oltre 10 anni spinge le città dell’Unione a competere per essere sempre più ambientalmente sostenibili.

Nel 2021 l’European Green Capital Award se lo è aggiudicato la città finlandese di Lahti battendo, in una finale a tre, due città francesi, Lilla e Strasburgo. A Lahti, il 99% delle persone vive entro 300 metri da aree urbane verdi. La città consente ai suoi abitanti di godersi la natura in molti modi diversi, offrendo attività ricreative come lo sci, la pesca e la raccolta di frutti di bosco e funghi. Inoltre fa impressione la diversificazione dei sistemi di trattamento dei rifiuti messi al servizio della città.

Un altro riconoscimento della Commissione europea che premia l’impegno verde delle città è l’European Green Leaf Award, un concorso rivolto a città e paesi di tutta Europa, con una popolazione compresa tra 20.000 e 100.000 abitanti, che riconosce l’impegno per i migliori risultati ambientali, con un accento particolare sugli sforzi che generano crescita verde e nuovi posti di lavoro. Nel 2021 il premio è andato ex aequo a Gabrovo in Bulgaria e Lappeenranta in Finlandia.

Insomma è chiaro che l’obiettivo della decarbonizzazione dell’economia Ue al 2050 si raggiunge anche cambiando il modo di costruire le città: edilizia efficiente, trasporti sostenibili, gestione “circolare” dei rifiuti, integrazione del verde nel tessuto urbano. Le proposte legislative lanciate dalla Commissione europea nel 2020 e quelle che arriveranno nel corso del 2021 vanno in questa direzione.

Per sviluppare progetti “circolari” nelle città non serve solo un quadro di norme chiaro ed efficace, servono risorse economiche: finanziamenti arriveranno dal Recovery Fund ma anche da Horizon Europe 2021-2027, il nuovo programma di oltre 95 miliardi di euro di investimenti in ricerca e innovazione. Una delle “missioni” di Horizon Europe è “Città intelligenti e climaticamente neutre”.

E un appello a usare i fondi per la ripresa per rendere “circolari” le città è arrivato il 9 marzo 2021 dai sindaci di Roma e Milano, presidenti di turno di Urban20 (U20), l’iniziativa diplomatica che unisce i sindaci delle città degli Stati membri del G20 per discutere questioni economiche, climatiche e di sviluppo globali e porle all’attenzione dei capi di Stato e di governo del G20. Urban20 in precedenza è stata guidata dai sindaci di Buenos Aires e Parigi (2018), Tokyo (2019) e Riyadh (2020).

U20 terrà il suo vertice finale a Roma a giugno 2021. In quell’occasione trasmetterà le sue raccomandazioni al Governo italiano in qualità di presidente di turno del G20, perché le presenti al vertice dei leader del G20 in programma a Roma il 30-31 ottobre 2021. 

Infine, va ricordata l’iniziativa Green City Accord lanciata dalla Commissione europea a ottobre 2020. I sindaci dell’Unione sono invitati ad aderire e impegnarsi per rendere le loro città più pulite, più sane e più efficienti sotto il profilo delle risorse entro il 2030. Le città firmatarie si impegnano ad affrontare cinque aree di gestione ambientale: aria, acqua, biodiversità, economia circolare e rifiuti, rumore. 

Al momento sono 35 le città europee che hanno firmato l’accordo (15 solo in Portogallo, Cesena in Italia). Il 10 aprile 2021 Tallin (Estonia) ha ufficializzato il suo ingresso nel gruppo.

Firmando l’Accordo le città acquistano riconoscimento in Europa delle proprie azioni ambientali, beneficiano delle opportunità di crescita nelle conoscenze date dal “fare rete” con altre città e ottengono accesso più facile alle informazioni su finanziamenti europei.